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Coronavirus: quali marchi guadagnano con l'epidemia

Il mondo dell’economia guarda con timore al coronavirus, arrivato ormai in diversi paesi al di fuori della Cina, tra cui l’Italia. 

Turismo, fiere, commercio, agricoltura e molti altri i settori interessati. L’esplosione del coronavirus nel nostro Paese sta minacciando i ritmi di crescita del sistema economico nazionale, facendo dichiarare a Paolo Gentiloni che le ricadute «saranno pesanti» anche sul breve termine, complici i rischi di isolamento che incombono su Regioni cardine come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.  (40% del Pil circa)

Confcommercio stima una perdita di 5-7 miliardi di euro nel caso in cui la crisi si prolunghi fino a maggio, mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha stimato una riduzione del Pil dello 0,2% nell’arco di un anno. 

C’è però un settore che non è stato intaccato dall’epidemia in corso e, anzi, ne ha tratto dei benefici: Netflix e altre società che offrono servizi di streaming, secondo gli analisti, hanno ottenuto dei vantaggi dalla permanenza delle persone nelle proprie case per la paura del virus. La scorsa settimana, il colosso dello streaming ha registrato una crescita dello 0,8 per cento delle proprie azioni.

Netflix beneficia del fatto che i consumatori si muovano meno dalle proprie abitazioni a causa delle preoccupazioni sul COVID-19, e questo si riflette in una notevole sovraperformance dei prezzi delle azioni come indicato dall’analista Dan Salmon, citato da Variety. A beneficiarne sono anche altre compagnie del settore tecnologico come Facebook, Amazon e Slack.

Per non lasciarsi scappare un’occasione così “ghiotta” diverse aziende in questi giorni si sono affrettate a registrare il marchio ‘coronavirus’. 

Tra queste c’è anche un gruppo italiano che è specializzato nello “sviluppo” di ristoranti orientali. Un settore in forte crisi nelle ultime settimane. L’iniziativa sembra essere mossa da un intento benefico, il ricavato andrà in parte all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, e in parte al Ministero della Salute. Fra gli obiettivi, afferma Gl Group (proprietaria “del marchio Sushiko e del marchio MANY, con circa 60 ristoranti nel Nord Italia, “anche quello di riuscire a far sorridere in un momento così difficile per tutti, anche per la ristorazione”. 

Quella di GI Group è stata un’idea innovativa nel nostro Paese, ma non nel Mondo. Negli Stati Uniti infatti questa idea era già venuta a Ganiere, Harley Lawrence, che si occupa di vari prodotti, dalle magliette agli apparecchi musicali. E ancora il marchio depositato lo scorso 4 febbraio dalla Centennial Media Llc, che riguarda riviste nel campo della sopravvivenza, del settore medico e della protezione che si è inventata il “Coronavirus survival guide”, la guida appunto per sopravvivere al virus più noto del momento.

E’ da domandarsi se anche in un contesto così complicato ed incerto per la salute delle persone e l’economia globale sviluppare strategie di marketing così specifiche sia opportuno o eticamente corretto, nonostante le “buone intenzioni” degli sviluppatori.

Fonti: Il Sole 24 Ore, AGI, Il Giornale.

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