John Donahoe, ex CEO di NIKE fino a sei mesi fa era celebrato come leader di uno dei marchi più grandi al mondo, ora viene criticato ovunque. Donahoe, ex CEO di successo di eBay, sembrava il candidato ideale quando ha preso il timone nel 2020, ma tutto è cambiato quando a marzo Nike ha sorpreso i mercati con una riduzione delle entrate. A giugno, le aspettative sono crollate ulteriormente e il valore delle azioni è sceso del 20%, con una perdita di 21 miliardi di sterline.
Il ritiro di Donahoe non è una sorpresa: ha semplicemente sbagliato strategia. Nike ci insegna quattro errori fondamentali in una strategia di marketing:
Il prodotto è centrale
Sotto Donahoe, Nike ha ridotto l’innovazione e si è concentrata troppo sui prodotti esistenti. Questo ha indebolito l’appeal del brand.
Pensare troppo al breve termine
Nike ha spostato le risorse dal branding al marketing di performance, compromettendo la crescita a lungo termine.
Il DTC non è l’unica soluzione
Spingere il canale diretto (DTC) ha portato a un calo delle vendite sia dirette che indirette, danneggiando anche i rapporti con i rivenditori.
La continuità vince sempre
Donahoe ha formulato la sua strategia pensando che il boom delle vendte online durante il Covid sarebbe durato per sempre. Quando la situazione è tornata alla normalità, Nike era mal posizionata per affrontare la nuova realtà.
In sintesi, la strategia di Donahoe non ha funzionato, e Nike ne paga il prezzo.